Via Carcere
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    […] “e più sotto Calascibetta in cima ad un colle fiammeggiante di sole” […]. Luigi Capuana “L’Isola Del Sole”.
“La parte del centro abitato che si trova posizionata a Sud-Est insiste sopra la roccia di tufo calcareo, presenta degli strapiombi a picco sulla vallata sottostante ed è cosparsa di numerose grotte e caverne varie, a volte comunicanti fra loro. Esse formavano le abitazioni dei primi abitatori della città.” (Nicotra anno 1907).


La prima torre era la più piccola, posta in posizione sud est, in pratica in direzione del Val di Noto, situata sullo sperone roccioso più basso ed esterno della rocca, chiamata ancor oggi della “Portella” o anche “Porta dei Longobardi” (il nome derivava dalle truppe Longobarde che facevano parte integrante dell’esercito normanno e presenti a Calascibetta), ben visibile già nel quadro del Sozzi del 1783 ed anche in una rappresentazione di una mappa d’epoca borbonica del 1830, dove in una veduta prospettica di Calascibetta, disegnata il 26 maggio 1830 dall’agrimensore Gesualdo Savoca, sulla destra è visibile la Torre dei Longobardi, la seconda torre di Calascibetta.

Il Conte Ruggero giunto in Sicilia nel 1061, conquistò rapidamente alcune città del centro dell’isola e nel 1062, liberata Calascibetta da un piccolo insediamento arabo, ordinò la costruzione di un “arcem”, in altre parole una cittadella militare sul monte Xibet, dove successivamente si sviluppò l’attuale città.
Nella stessa area militare erano di stanza la cavalleria e le truppe necessarie per l’assedio della città di Castrogiovanni, inoltre da quel luogo Ruggero portò le incursioni contro le città ancora in mano ai saraceni.
“Temendo i Saracini la potenza del Conte Normanno, e le di lui prodezze operate nella maggior parte della Sicilia, eransi fortificati nella città di Enna, distante due miglia da Calascibetta, perché pel suo sito naturale fortissima, e quasi inespugnabile.
All’invitto Conte però nulla sembrava aver fatto colle sue tante vittorie, se non espugnava pure la natural fortificata Enna. Ivi arrivato coll’esercito ed osservando donde poterla sottomettere, ritrovò il monte forte, ed atto all’espugnazione suddetta, e prevalendosi del sito, su quel monte ricoverossi coll’esercito, dove edificò nel 1062 un castello, che nominò Marco”.
Il panorama che si gode dalla piazzetta Santa Lucia è insuperabile, lo sguardo si staglia subito ad est dove l’Etna, il più grande vulcano d’Europa domina lo sfondo, mentre nelle vallate sottostanti le città di Assoro e Leonforte unitamente alla diga di Nicoletti fungono da cornice paesaggistica. In direzione nord è la vetta del monte Altesina, il vertice che divideva dall’epoca araba la Sicilia in tre Valli. A nord dello stesso monte era il Val Demone, ad ovest il Val di Mazara a sud il Val di Noto e poiché tra la città di Calascibetta e l’Altesina non vi sono altre città, Calascibetta si può definire la città più a nord del Val di Noto. Sempre in direzione Nord sullo sfondo si staglia la catena dei Nebrodi con il parco naturale più grande d’Europa, dove nelle sue quercete è stato reintrodotto il grifone, un rapace che si era estinto in Sicilia alla fine dell’ottocento, la cui apertura alare può raggiungere i tre metri di lunghezza.