A volte, le tradizioni uniscono i popoli e vincono i confini del tempo…
Calascibetta è da sempre vicina ai popoli dell’Africa che si affacciano nel bacino del Mediterraneo, ed è anche centro di tradizioni, storia e cultura millenaria. Questa città gode della sua centralità geografica e vanta origini antichissime. Popoli provenienti dall’Anatolia (Asia Minore) già nel 2500 a.C., si insediarono in contrada Malpasso, mentre i reperti archeologici di quel periodo, esposti oggi nei musei Regionali “Paolo Orsi” di Siracusa e “Varisano” di Enna, hanno dato all’intera Sicilia una nuova facies, denominata Facies del Malpasso. Altre civiltà mediterranee nei secoli successivi hanno continuato ad insediarsi nella terra xibetana, lasciando vestigia greche, romane, bizantine ed arabe, queste ultime riconducibili alle popolazioni berbere. A questo flusso si aggiunsero normanni, aragonesi, spagnoli ed ebrei, seguiti da tanti altri fino all’unità d’Italia. Dal 2 settembre 2007, la città di Chappelle Lez Herlaimont in Belgio gemellata con la città di Calascibetta è rientrata a pieno titolo nella storia della nostra città.
La tradizione vuole che alcuni minatori, delle miniere di zolfo antistanti l’attuale santuario, ritrovando la statua della Madonna, nell’intento di portarla in luogo più decoroso e appropriato tentarono di trasferirla nella vicina città di Calascibetta. Giunti là, dove oggi sorge il Santuario, si dice, che il peso della statua divenne tale da dover posare la statua per riprendere le forze. All’alba successiva, non si riuscì più a spostare la statua per l’eccessivo peso, si decise così di costruire presso quei luoghi un santuario dedicato alla “Madonna del Buonriposo”.
I festeggiamenti di Maria SS. di Buonriposo iniziano il sabato della prima domenica di settembre, con la tradizionale sagra della salsiccia e proseguono domenica con la caratteristica “Corsa dei Berberi”, per concludersi il lunedì con la processione del simulacro della Madonna. L’attuale santuario fu realizzato nell’anno 1911 dall’ingegnere Malerba di Catania e sorge sui ruderi di una chiesa precedente, adiacente ad un ambiente rupestre. Le fonti storiche oggi conosciute, ci riportano al 1743 quando il Regio Visitatore Apostolico Giovanni De Ciocchis, inviato da Carlo III di Borbone re di Napoli e di Sicilia diventato poi re di Spagna, fece visita alla città di Calscibetta e nella sua relazione citò “l’Ecclesia S. Mariae Vulgo di Buonriposo”, il che fa pensare una datazione della prima chiesa ancora più antica.
“Palio dei Berberi”
Fra le tradizioni arabe, di cultura popolare, acquisite durante la dominazione in Sicilia, il “Palio dei Berberi” è un’avvincente corsa di cavalli, veri protagonisti della manifestazione, cavalcati rigorosamente a pelo tra gli inebrianti profumi del timo e d’altre erbe selvatiche.
Questa consuetudine fu portata a Calascibetta dai berberi, gente araba con usi e costumi diversi dalla popolazione autoctona, insediatisi a Calascibetta nel 851 d. C.. Il popolo dei Berberi discende da quelle stirpi libiche ben note agli antichi col nome di Getuli, Libi, Numìdi, ecc., che occupò l’area che va dal Mediterraneo al Sudan, dall’Atlantico all’Egitto.
Il percorso originario del palio, più lungo dell’attuale, partiva dalle pendici della necropoli di Realmese. La manifestazione, di grande attrazione popolare, si svolge la prima domenica di settembre in un’area designata agli incontri folcloristici rustici, in uno scenario ameno.