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Citazione Johann Wolfgang Von Goethe

Citazione Johann Wolfgang Von Goethe

"Calascibetta è posta in una posizione estremamente panoramica, ad anfiteatro, sopra una rupe sforacchiata di grotte, ma chi poteva immaginare a godere tale spettacolo".                                         Johann Wolfgang Von Goethe  

Citazione da l'isola del sole di Luigi Capuana

Citazione da l'isola del sole di Luigi Capuana

Calascibetta, in cima a un colle tutto fiammeggiante di sole. Ma a poca distanza da me, davanti, attorno, case , chiese, campanili, viuzze, spianate, e le massicce torri del castello di Mineo, rovesciate dal terremoto del 1693 come un gioco di birilli.  

                                                  Calascibetta...

                                                tra i Borghi più belli d'Italia.

 

 Scritto da Rosario Benvenuto.

Ai confini del Val di Noto nel cuore della Sicilia si eleva sul monte Xibet Calascibetta. La sua posizione geografica è stata da sempre un punto di forza della cittadina e dei suoi abitanti, infatti, è pressoché equidistante dai tre mari che bagnano l’Isola. Il barocco siciliano trova nelle città di Noto, Catania, Ragusa e Siracusa la sua massima espressione, pochi però conoscono l'antico confine nord di questo sorico Vallo posizionato nel centro dell’Isola che terminava sulla cima del Monte Altesina a 1.200 metri di quota ben visibile da diversi punti panoramici del centro abitato di Calascibetta. La città, collocata tra i centri meno famosi di quest’area dell'antico  Val di Noto, offre una storia unica nel suo genere, diversificata dal proprio ambito territoriale, che abbinata ai suoi siti archeologici caratteristici, ne fanno una perla sconosciuta del centro della Sicilia. Il centro urbano di Calascibetta si sviluppò in tre aree ben divise: il primo nucleo medievale (XI sec.) nella parte più alta del centro abitato circondato da mura, torri e strapiombi sul fondovalle; il secondo (XIV sec.), ubicato nella parte più a valle dell’attuale centro urbano, nelle vicinanze dell’Ospedale di S. Barbara retto dall’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri Agostiniani, nato come succursale dell’Ospedale di Santo Spirito di Roma in Saxia; il terzo, ebraico (XIV sec.) fuori dalle mura della città medievale e lontano dai cristiani. Calascibetta era città demaniale e come tale occupava il 24° posto nel parlamento siciliano, nello stesso tempo era una delle 52 città del regno di Sicilia che ospitava una comunità ebraica. Sul campo giuridico una particolare legge, il cosiddetto diritto della “Legazia Apostolica” o “Monarchia Sicula”, fece sì che la città si avvalesse di privilegi e franchigie. Questo diritto regio, in Sicilia, applicabile solo nelle città demaniali, fu ritenuto “la gemma più preziosa dei re di Sicilia”, grazie al quale i sovrani dell’Isola dall’XI sec. al 1929 diedero vita al loro sistema di Governo Ecclesiastico che prese il nome di “Monarchia Sicula”. 

 

 

Da oggi 20.08.2016, per gentile concessione dell'autrice Nicoleta Nicolau, si aggiunge alla presentazione della città di Calascibetta una bellissima poesia ad essa dedicata.

 

 Calascibetta...

 Nonostante il tempo passi, tu resti la stessa.
Stai lì sul tuo piedistallo, meravigliosa principessa.
Non ho potuto mai dimenticare il nostro primo incontro:
tu, aspettavi a braccia aperte, accarezzata dalla luce del sole
il mio arrivo sul vento dell'amore.
Conoscevi già il mio destino.
Infatti, mi hai accolta come una madre,
mi hai stretta subito al tuo seno
e il mio cuore ha ricambiato facendoti un elegante inchino.
Mi hai lasciato girovagare per la tua anima
e lì, nei tuoi vicoli stretti
ho scoperto la sua bellezza
raccontata dal vento e dai muri
che sussurravano storie di vita in arabo, spagnolo, latino ma soprattutto, nel dialetto siciliano.
Mi hanno detto che rimpiangono lo scalpitio dei muli
e i canti delle donne che andavano a infornare il pane vestite di grembiuli.
Rimpiangono le voci dei bambini che riempivano i vicoli,
le loro risate e i giochi infiniti senza la presenza dei giocattoli.
I mezzi e le persone cambiano ma tu resti la stessa
Stai sempre con le braccia aperte, bella principessa.
Ti amano tutti: il vento, il sole e la pioggia
e spesso, ti avvolge una fitta nebbia
che invade ogni angolo nascosto.
Rimanete così abbracciati per ore o giorni interi
e quando silenziosa se ne va,
il sole ti illumina
e tu risplendi.
Dopo un decennio di riflessione
mi sono sdraiata sul tuo palmo.
Mi sentivo piena di te, ricca più che mai.
i miei occhi si sono riempiti dell'azzurro del cielo
che tu appoggiavi con quella stessa mano.
Arroccata sul monte Xibet, il tuo piedistallo,
con le braccia aperte e con me sul tuo palmo
ascolteremo il suono delle campane
e il canto delle rondini
mentre i tramonti
dipingeranno di rosso
le croci delle chiese e i nostri volti.

Nicoleta Nicolau

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